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Discriminazione e inclusione: in Statale un progetto di ricerca e formazione sui diritti. Firmato un accordo triennale tra l'Università di Milano, con il suo centro Human Hall, e l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR)

10/10/25 13.14

L’impatto dell’intelligenza artificiale sui diritti, la diffusione dell’hate speech e degli stereotipi online, le discriminazioni in ambito sanitario, la necessità di nuove forme di inclusione e mediazione interculturale. Sono queste tra le principali sfide che i Paesi democratici si trovano oggi ad affrontare.
 

Per rispondere a queste criticità, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), l’Equality Body italiano, e l’Università Statale di Milano hanno firmato un accordo triennale per avviare tre linee di ricerca e un corso di alta formazione, con l’obiettivo di promuovere il contrasto alle discriminazioni e favorire l'inclusione.

Il progetto è stato presentato oggi presso l’Università Statale di Milano durante la giornata di studi “Knowledge for human rights. Studio e ricerca per disegnare la tutela dei diritti del futuro”. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, la Rettrice Marina Brambilla, il Direttore di UNAR Mattia Peradotto, Lamberto Bertolè, assessore a Welfare e Salute del Comune di Milano, Massimiliano Tarantino, Direttore Fondazione G. Feltrinelli e membro del direttivo di “Il Razzismo è una brutta storia”, Marilisa D’Amico ordinaria di Diritto costituzionale dell’Università Statale, Principal Investigator del progetto e  Spoke Leader di Human Hall, Paola Catenaccio prorettrice all’Internazionalizzazione dell’Università degli Studi di Milano.

“Oggi presentiamo una progettualità di ampio respiro che abbraccia alcuni dei temi più critici e decisivi al centro di questo periodo così complesso, critico e sfidante allo stesso tempo per l’ambito dei diritti, messi alla prova dalle opportunità ma anche dai rischi di nuove tecnologie dirompenti, che richiedono una riflessione urgente che deve poter fare riferimento a un sapere plurale. E lo possiamo fare grazie al nostro hub di ricerca Human Hall, che raccoglie in un’unica realtà la somma del nostro contributo nell’ambito dei diritti, dell’inclusione e della tutela e valorizzazione della diversità: un ambito da sempre al centro dell’impegno istituzionale di questa Università”, ha commentato Marina Brambilla.

Con questo accordo, UNAR rafforza il proprio impegno nel contrasto a ogni forma di discriminazione, investendo nella ricerca e nella formazione come strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e inclusiva. La collaborazione con l’Università Statale di Milano ci consente di unire competenze e visioni per affrontare sfide decisive del nostro tempo: dall’impatto dell’intelligenza artificiale sui diritti, ai fenomeni d’odio online, fino alle discriminazioni in ambito sanitario. Il progetto presentato oggi segna l’avvio di un percorso che vuole produrre conoscenza scientifica, strumenti operativi e nuove competenze professionali, con l’obiettivo di rafforzare la tutela dei diritti fondamentali nel presente e per il futuro” ha spiegato Mattia Peradotto.

“Come ricordava Salvatore Veca, la qualità di una democrazia dipende dall’ampiezza e dalla ricchezza del suo spazio pubblico: è lì che esercitiamo la libertà democratica condividendo alternative e soluzioni a problemi comuni. Il progetto il progetto di ricerca e di formazione al centro dell'accordo tra l'Università Statale di Milano e UNAR rappresenta un tassello importante per una nuova fase costituente: un processo pubblico che sappia aggiornare il patto di cittadinanza alla realtà multiculturale e a sfide globali che “se non governate” rischiano di acuire disuguaglianze e discriminazioni. Una costituente che definisca diritti digitali e sociali, meccanismi per renderli esigibili, strumenti di partecipazione e responsabilità, riconoscendo pienamente la ricchezza della diversità come contributo al progresso culturale ed economico del Paese. Un percorso per aggiornare i diritti di oggi e scrivere insieme il vocabolario dei diritti di domani” ha aggiunto Massimiliano Tarantino.

L’iniziativa, sostenuta con un importante finanziamento dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali all'interno del Programma Nazionale “Inclusione e lotta alla povertà” 2021–2027 (FSE+), e condotta dal centro di ricerca Human Hall della Statale, hub interdisciplinare dedicato allo studio dei diritti umani e delle pratiche inclusive, si articola in quattro linee di ricerca: AI, fenomeni d'odio online, vulnerabilità in medicina e mediazione interculturale.

La linea di ricerca, dedicata all’intelligenza artificiale, in particolare quella generativa, e ai diritti fondamentali, si propone di analizzare i rischi di bias e discriminazioni che possono verificarsi nell’uso degli algoritmi nella pubblica amministrazione soprattutto in ambiti sensibili come l’accesso alle cure, all’istruzione e ai servizi di welfare. L’obiettivo è sviluppare metodologie per valutare l’impatto dei sistemi di AI sui diritti umani e proporre linee guida per la progettazione di algoritmi inclusivi, in coerenza con il quadro normativo europeo delineato dall’AI Act.

La seconda ricerca è dedicata ai fenomeni d’odio online. Questo studio che muove dall’esperienza della Mappa dell’Intolleranza (progetto in cui è coinvolta l’Università Statale di Milano e che analizza la diffusione dei fenomeni d’odio virtuali), si pone l’obiettivo di analizzare e studiare i linguaggi discriminatori nell’ecosistema digitale, identificando strategie di isolamento e potenziale gestione in ottica di riduzione dell’impatto e si propone di sintetizzare toolkit operativi per promuover la diffusione di fenomeni d’odio digitali. Verranno analizzate in particolare le differenti forme di discriminazione in riferimento agli ambiti di lavoro di UNAR. Oltre alla raccolta dei dati, la ricerca produrrà uno studio qualitativo sulle dinamiche di formazione dei fenomeni d’odio e un glossario delle discriminazioni, pensato come strumento di prevenzione e sensibilizzazione. Il progetto prevede anche campagne di contro-narrazione rivolte in particolare a target group che generano o fruiscono di contenuti digitali.

La terza linea di ricerca affronta il tema della medicina e delle discriminazioni in ambito sanitario, anche con una prospettiva di genere. Lo studio esaminerà le situazioni di vulnerabilità nell’accesso ai servizi di salute per alcuni target a rischio di marginalità. Verranno raccolte esperienze nazionali e internazionali e, a conclusione, saranno rese disponibili ricerche e linee guida per il personale medico e sanitario, che mirino a garantire parità di trattamento nelle cure.

Infine, accanto alle attività di ricerca, il programma prevede l’attivazione di un corso gratuito di alta formazione, “Formatori e formatrici dell’inclusione”, rivolto a professionisti della mediazione interculturale, operatori di servizi di accoglienza e figure che lavorano nel campo delle politiche inclusive. Il corso, organizzato in moduli tematici e laboratori pratici, fornirà competenze su diritto antidiscriminatorio, mediazione linguistico-culturale e inclusione sociale.

I partecipanti riceveranno certificazioni riconosciute e materiali didattici diffusi anche a livello nazionale.

Questo accordo UNAR ci dimostra che il lavoro svolto per il rispetto dei diritti umani e su una ricerca che abbia un impatto sociale concreto è possibile, anzi deve crescere. Deve crescere per contribuire a costruire opportunità per tutte e tutti e deve aiutarci a difendere la cultura dei diritti di ieri, quelli presenti. Ma ancora di più, deve essere la base su cui si fonderà la cultura dei diritti futuri per una società veramente equa. Il nostro impegno continuerà ad essere di osservare, analizzare e fornire chiavi di lettura che possano portare ad un’apertura, al dialogo tra punti di vista diversi e al rispetto reciproco”, ha concluso Marilisa D’Amico.

Milano - dichiara l’assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolé - è una città aperta e con una grande storia di accoglienza e solidarietà: caratteristiche che l’hanno resa attrattiva per tanti e tante. Di fronte all’acuirsi delle differenze sociali e per arginare le possibili conseguenze di una forbice sociale così ampia, l’impegno delle istituzioni deve essere costante. Per questo motivo, il Comune ha lavorato a un piano antidiscriminazioni che è allegato al Piano del Welfare e, allo stesso tempo, sostiene tutti le iniziative mirate a individuare e scardinare le possibili disparità. Il progetto di ricerca che oggi presentiamo va proprio in questa direzione e, attraverso la formazione, ci aiuta a costruire una comunità sempre più sensibile e attenta”.

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